I rapporti di amicizia in Oniisama e…

Questa sezione del sito è dedicata ad un'analisi delle complesse interrelazioni tra i personaggi principali di Caro fratello… (e presuppone quindi che il lettore sia già a conoscenza dell'esatto svolgersi della storia).
L’autrice dell' approfondimento è Susanna, che sin dalla prima visione dell’anime ha riscontrato importanti elementi della personalità dei protagonisti, dettagli significativi del loro comportamento, interpretazioni a molteplici livelli.
Si tratta di un'analisi che evidenzia quanto questo lavoro della Ikeda possa suscitare reazioni profonde, e talvolta trovare riscontro in situazioni reali e concrete.
In particolare, Susanna ha evidenziato quanto siano determinanti i rapporti di amicizia – a più livelli – che legano tra loro i personaggi principali, trovando una chiave di lettura che dischiude un intero universo interiore.
Alla fine della pagina troverete una sua dedica alle sue "persone meravigliose".

All'alba sul ponte...
(Kaoru-Rei-Nanako)

"Dovremo aspettare ancora... Quando sentirà di non farcela più, Rei dovrà confidare tutte le sue paure e le sue preoccupazioni a qualcuno. Sarà così. Quando avrà capito che è l'unico modo per riuscire a vincere il dolore.
Quanto a me, resterò sua amica solo se saprò aspettare, se saprò viverle accanto in paziente attesa di quel momento..."

Kaoru, episodio 14 (La leggenda del suicidio d'amore)
 

    La prima cosa che mi ha affascinato di Oniisama e... è il modo sottile e discreto con cui racconta l' amicizia, pur senza scordare l' importanza fondamentale che ha nello scorrere delle vicende: te ne accorgi fin dalle prime scene: l' amicizia infantile fra Nanako e Tomoko, la possessività di Mariko, l' egoismo di Lady Miya, l' amicizia solida e responsabile di Kaoru, il silenzioso altruismo di Saint - Just... [...]
    L' amicizia fra Nanako e Tomoko è quella che si conosce a scuola, il primo significato che si dà a questa parola, poi crescendo, con accanto le persone giuste, ecco che muta il suo aspetto ed ecco che  a volte si ha la "fortuna" di guardarla con gli occhi del principe Kaoru, cioé nella sua forma più alta:
    Per nove vhs Kaoru è un' ombra alle spalle di Saint-Just, "un grosso mastino da guardia" che silenziosamente cammina accanto a Rei e che, aizzato dall' ostilità di Lady Miya, non esita ad affrontarla per tenerla distante dall'amica, non importa a quale prezzo. Poi la morte di Saint - Just piega Kaoru, tanto che sono Nanako e Takehiko ad impedirle di annientarsi; troppo impegnati a seguire la vicenda però non si fa caso ad un particolare importante: Saint - Just dà appuntamento a Nanako alla stazione e cosa indossa per l' occasione??
Quel completo bianco è il chiaro segno che nella vita di Rei le cose sono cambiate, ora è al sicuro da Lady Miya, da se stessa, pronta a cominciare una nuova vita; tutto questo Kaoru lo aspettava da tempo ma uno scherzo del destino glielo fa appena intravedere.
Quella mattina quando Rei e Kaoru parlano al telefono quante novità sono successe, in quel momento Kaoru può dire di aver adempiuto alla promessa fatta sul ponte all' alba (ep.14): "...Quanto a me sarò sua amica solo se saprò aspettare, se saprò viverle accanto in paziente attesa di quel momento..."; potrebbe finalmente godersi l' amicizia di Rei per ciò che è senza dover stare attenta a tutto...

    Finora non avevo fatto caso a questo particolare ma in queste sere mi è saltato lampante agli occhi: Kaoru fa una promessa esplicita, ma quando la mantiene? Non avevo ancora avuto la risposta a questa domanda, finché bene o male non mi sono trovata in una situazione per alcuni aspetti similare ed ho finalmente capito. Se Rei non fossa morta, nell' amicizia fra lei e Kaoru alcuni tasselli avrebbero mutato di posizione: Kaoru avrebbe finalmente potuto mettere a cuccia per sempre quel "mastino da guardia", ma le viene negata quell' opportunità e sono certa che non le sarebbe stato facile, forse sarebbe stata la stessa Rei a mostrarle la strada....
[...]

    Non possiamo, non dobbiamo affidare noi stessi ad un' unica persona, perché così facendo conosceremmo solo un lato della verità: a volte si comincia un cammino con qualcuno e lo si finisce con un' altra persona, "uno scambio di testimone": un amico si scosta per lasciarne venire avanti un altro, pronto però a camminarti ancora una volta accanto appena ce n' è bisogno.
    Quando Lady Miya chiede a Rei di andare alla Sorority House per allestire il ricevimento per i nuovi membri e volontariamente la ferisce con il porta-aghi, è Nanako che la medica, che prova a calmarla, ma è Kaoru che le fa affontare la realta': "Quanto dovrai soffrire ancora prima di ribellarti?", urla a Saint-Just vedendola con la mano fasciata lungo i corridoi del Seiran, e se si presta attenzione allo sguardo di Rei ci si accorge che ciò che le dice Kaoru non passa inascoltato...
    Nanako è il luogo sicuro dove Rei può fermarsi a pensare, dove accorgersi che Kaoru ha dannatamente ragione, dove trovare il coraggio per andare avanti; anche se in modo diverso, Kaoru e Nanako hanno lo stesso obiettivo e sarà la loro collaborazione a dare a Rei sufficiente fiducia in se stessa per riscattarsi.
[...] Su quel ponte il Principe Kaoru fa a Rei una promessa silenziosa: aspettarla. Ora tocca a Nanako insegnarle a credere in quella possibilità che Kaoru le ha offerto: su quel ponte a Nanako viene "passato il testimone", ora Kaoru può solo aspettare Saint-Just in fondo al cammino, non sparisce dalla vita dell' amica, si limita a vegliarla in silenzio, adesso è Nanako che deve insegnare a Rei ad ascoltare se stessa, che la convince a parlare di sé senza paura, ad ammettere chi è davvero (come effettivamente accadrà nel finale della serie)...
    E quando per un attimo Kaoru si perde nel dolore, Saint-Just "ricambia" il favore: per tutto il cartone Kaoru l' ha sempre spinta ad andare avanti, ora è Saint-Just - attraverso Lady Miya - ad urlarle AVANTI.
E' vero, Rei è morta, ma è ancora ben viva fra le pieghe del cuore di Kaoru e da lì vuole continuare a camminare accanto all' amica, non può permetterle di arrendersi.
    Per 9 vhs Kaoru ha sempre ascoltato, ora deve cominciare a parlare di sé, ma ne ha paura ed allora scappa da se stessa, da Takehiko, o almeno ci prova... tuttavia troverà Rei sul suo cammino. Non importa quanto tempo ancora le sarà concesso di vivere, deve provarci e basta: come poteva pretendere che Rei le desse ascolto quando la spingeva a "vivere", se lei stessa non ci crede? Lady Miya, nel loro colloquio alla stazione (ep 38), la mette proprio davanti a questo.
    [...]  Non a caso il cartone e il manga hanno due finali diversi, i personaggi stessi sono "diversi": nel manga Rei è un personaggio prevedibile, il fatto che muoia sembra essere quasi "d' obbligo", tanto che il gesto di regalare a Nanako la bambola passa quasi inosservato, quando invece è fondamentale. Nella versione animata, invece, se non fosse la cover nera della cassetta a spiegarlo, non ci si aspetterebbe da Rei la morte, ed infatti si scoprirà che è stato un caso: un "dannato incidente". Ma nel manga? Suicidio, come se dovesse essere inevitabilmente così...
   Ed infatti a pagina 49 del manga, venuta a sapere della morte di Saint-Just, Kaoru mentre fugge dice: "Rei! Come hai potuto!", mentre nel cartone neanche per un secondo crede che sia suicidio e fa il possibile per dimostrarlo.
La vera bellezza del personaggio di Saint-Just sta nell' ottava e nella nona cassetta, perché finalmente non è prevedibile: quel mazzo di rose che viene recapitato a Lady  Miya, dono di una sorella morta, sconvolge Fukiko a tal punto da farla "risvegliare", da convincerla a lavarsi di dosso la sua ipocrisia per tornare ad essere se stessa - nuda nel suo vero essere - , e così vediamo i petali delle rose rosse galleggiare nella vasca.  Nel cartone Fukiko soffre davvero per la morte di Rei, nel manga, se si presta attenzione, alla notizia commenta così: "Rei questo è nel tuo stile" in parole povere:"Potevi solo comportarti così", mentre nel cartone la battuta è un' altra: "Avevi promesso che saremmo morte insieme". Non è la morte a sconvolgere Lady Miya nel manga, ma il come è successo, qualcosa che la perfetta "Signora" della Sorority non ha potuto per una volta pianificare!
    Ed è proprio perché i personaggi nel cartone sono connotati in modo più profondo rispetto al manga che anche il ruolo di Nanako è diverso: nel manga è lei la protagonista, nel cartone invece, per quanto siano le sue lettere il filo narrante, è un altro il personaggio che conduce lo spettatore a conoscere il mondo del Seiran: Kaoru.
    Nanako, Rei, Fukiko, Mariko, tutte devono passare attraverso Kaoru per crescere, per "evolversi", non importa se direttamente o indirettamente: Nanako e Mariko scoprono l' amicizia nella camera d' ospedale e chi fino all' entrata nella stanza di Nanako è rimasta accanto a Mariko? Chi insegna a Nanako il modo giusto per essere una vera amica per Rei? Chi si mette in mezzo fra Saint-Just e Lady Miya? Chi fa decadere la Sorority demolendo il potere di Fukiko? E' sempre Kaoru.
    E così, quando con la morte di Rei l' evoluzione di tutti i personaggi si è portata a compimento, ora Kaoru può raccontare di sé, della sua vita, della rinuncia che ha fatto per proteggere Takehiko (senza rendersi conto che in realtà altro non ha fatto che scegliere per lui) e, come giusto, l' ultima cassetta non poteva che essere per Kaoru.
Ed ecco perché nel finale dell'anime il personaggio di Nanako si perde, quasi non abbia spessore. Lei ha già compiuto il suo percorso evolutivo, le "persone meravigliose" del Seiran l' hanno trasformata, resa da ragazzina ingenua una "piccola donna".
    Chi è l' unica che ha ancora dei perché in sospeso? Kaoru. Come Rei, ora tocca a lei dissipare le ombre del passato, essere così forte da accettare l' amore di quel ragazzo che non ha mai smesso di aspettarla: "crescere" per Kaoru vuol dire darsi la possibilità di vivere un "dopo", e se crescere da soli fa paura ecco che come un meraviglioso angelo Rei le tende la mano e attraverso Fukiko le fa compiere l' ultimo passo.
    Se fosse stato rispettato il finale del manga Kaoru sarebbe rimasto un personaggio incompiuto, parte della sua essenza sarebbe andata dispersa, ma connotazioni così profonde non si possono "troncare" e la morte sarebbe stato un taglio immotivato; un pò quello che succede nel manga a Saint-Just: nel manga il suo suicidio porta a dire: "Ma allora non è cambiata!", nel cartone invece, quando Rei muore, lo spettatore ha già visto la nuova Rei, ha imparato a conoscerla tanto che, saluta sì Saint-Just forse con un pò di rimpianto, ma sicuro che senza quell' incidente Rei non sarebbe più stata "l' angelo della morte".
    E Nanako? Cos' è dentro l' universo di Caro Fratello... credo di averlo finalmente capito: è il "luogo" neutrale dove i personaggi si incontrano per ciò che sono, di fronte alla sua ingenuità di bambina sono obbligati a mettersi a nudo, e Nanako non fa altro che restituire le emozioni che da loro riceve, filtrate, "ripulite" dall' ipocrisia del Seiran; diciamo una sorta di catalizzatore, sia pur involontario.

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Candele di Natale...
(Mariko-Nanako-Aya)

"Non odiarti, qualunque cosa succeda devi sempre mantenere il rispetto di te stessa, e soprattutto devi cercare di vedere i lati buoni del tuo carattere...e anche se ti sembreranno pochi, rispetto a quelli negativi, tu continua ad amarti, e gli altri ameranno te"
Hikawa Shinobu, episodio 28 (Candele di Natale)

 

     Mariko è indubbiamente un personaggio con un certo fascino ma finora non riuscivo a vedere cosa celasse sotto la sua aria da bambina viziata. E' bastato però spostare l'angolo della telecamera con cui guardarla che tutto è parso piu' semplice.
    Mariko è un' eccellente studentessa: entra senza alcuna difficoltà alla Sorority, è accettata dalle studentesse più anziane....eppure la sua vita non è completa, tanto che come ultimo "capriccio" vuole Nanako. Ma è davvero un capriccio? Perché fra tante studentesse del primo anno proprio lei, tanto da renderla una morbosa necessità? Fino ad allora Mariko aveva obbligato gli altri ad accorgersi di lei (lo smalto sui pollici non è semplice trasgressione delle regole scolastiche) per ciò che faceva, eppure a Nanako questo non interessa, il suo forte legame con Tomoko segue altre regole, così profonde da risultarle incomprensibili, e così Mariko si convince che basti sostituirsi a Tomoko e fa di tutto per separare le due amiche.

    Questo però non basta, e così a Mariko non resta che arrivare a minacciare la compagna: "Se te ne vai ti ammazzo!" le intima cercando di trattenerla a casa propria dopo la festa di compleanno. (ep.8)
Ed è a questo punto che ad una visione attenta si comprende cosa davvero si aspetti Mariko da Nanako: da quel giorno il loro rapporto si rompe e questo porta Mariko a una crisi tale da spingerla all' anoressia: vuole quell' amica ma non ha ancora capito davvero il perchè. Non è solo la ricerca del perdono... sedendosi accanto a Nanako nell' infermeria trovano una vera risposta tutte queste domande: "Ho tante amiche" le urla Mariko, ma se è davvero così perchè è arrivata a quel punto?
    Nanako è la prima persona che l' ha davvero ascoltata, che l' ha accettata per come è, senza curarsi se il padre come lavoro fa lo scrittore pornografico, e che soprattutto non si aspetta nulla da lei, eppure ne va orgogliosa. Nell' infermeria Nanako le stringe la mano, e con quel gesto non solo la perdona ma le dice, parlando direttamente al suo cuore: "Sono fiera di te!".
Ora Mariko è finalmente al sicuro, non è piu' "sola" fra la gente, ma soprattutto non dovrà più avere paura del silenzio perchè ora c' è qualcuno che la sa ascoltare e che vuole parlare con lei.

    Ed infatti da lì a poco ecco che Tomoko da rivale passa ad amica: Nanako sa esserci per entrambe, sono due amiche diverse e non possono sostituirsi l' un l' altra, ma sono complementari l' un l' altra.
Un' amicizia nata sui banchi di scuola però, spesso diventa profonda, e man mano che il legame fra le due ragazze si rafforza ecco che Nanako arriva ad orbitare attorno a quella che è la vera essenza di Mariko, finchè non le viene data la possibilità di entrare: comincia tutto una sera, (ep. 26) quando Mariko le si presenta a casa chiedendole di dormire da lei e durante la notte scoppia in un pianto ininterrotto , ed ecco che la ragazza che pare la più forte e disinibita si dimostra in realtà fragile, e sarà chiesto a Nanako di proteggere quella fragilità.

    Il "Caso Mariko" (ep. 27), che di per sé altro non è che lo sfogo e la reazione a una provocazione, è la seconda grande prova di amicizia che viene chiesta a Nanako, dopo gli accadimenti con Saint-Just, (solo la terza, la riguarderà davvero e la porterà al contatto diretto col suo "caro fratello"),  e sarà illuminata da tante "Candele di Natale" (ep. 28).

    Nella vita di Mariko ha sempre governato il Silenzio: non due genitori, ma due entità distinte le hanno vissuto accanto, e questo disagio lo esprime mentre urla in faccia alla madre, rimproverandola di essere sempre stata "zitta" accettando ogni cosa, tanto da chinare la testa anche davanti alla domanda di divorzio, silenziosa al punto da non aver mai apertamente detto alla figlia: "ti voglio bene", quando invece un figlio si nutre insaziabilmente dell' amore dei genitori; pur amando la figlia con tutto il cuore non é stata capace di darle le conferme di cui Mariko ha bisogno, e che non si ottengono avendo tutto ciò che si vuole e vivendo nella permissività più completa.
    E così la ragazza interpreta il ruolo di figlia senza sentirsi mai davvero tale, tanto da arrivare a definire la sua stessa nascita una grossa menzogna.
    Ad una madre-ombra è opposto un padre di cui Mariko rincorre instancabilmente la presenza, che vorrebbe odiare perché l' ha trascurata ma che nel profondo ama, tanto da arrivare a ferire Aya perché lo ridicolizza a scuola; e per quanto lui abbia abbandonato lei e la madre, non le riesce di accettare che i genitori divorzino. Ma quello stesso padre che, col suo lavoro, l' ha spinta ad essere disgustata dagli uomini si riscopre genitore "appena in tempo", un istante prima che Mariko, ancora una volta, cerchi di annullare se stessa...

    Il riferimento alle candele nell' episodio appunto intitolato "Candele di Natale" non è puramente scenografico, ma identifica appieno la realtà di Mariko, ed il fatto stesso che le collezioni indica quanto la si possa identificare proprio nella breve esistenza di una candela: una candela accesa è affascinante, non passa inosservata, ma dietro a questa apparenza è semplice cera destinata a sciogliersi e a finire, si consuma lentamente e diventa "niente".
Quel mucchietto di cera però può essere riplasmato e dar vita a un' altra candela, nuova, simile ma non uguale alla precedente, ma magari ancor piu' luminosa:
"Non odiarti, qualunque cosa succeda devi sempre mantenere il rispetto di te stessa e soprattutto devi cercare di vedere i lati buoni del tuo carattere e anche se ti sembreranno pochi, rispetto a quelli negativi, tu continua ad amarti e gli altri ameranno te", sono le parole del padre di Mariko. Già una volta Mariko ha cercato di farla finita, ma Nanako ha trasformato quell' esperienza, le ha insegnato un nuovo modo di accettarsi e di essere accettata... non è però arrivata davvero nel profondo, manca solo quell' ultimo coraggioso gradino da salire: accettarsi come figlia, e così facendo dare una nuova possibilità a se stessa e ai genitori, ora forse davvero coscienti del loro ruolo.
Abbracciando il padre Mariko ammette finalmente di aver bisogno di una famiglia, non importa se figlia di divorziati, ora si sente davvero amata e in grado di ricambiare  amore: l' ultimo alone di silenzio, il più spesso, si è dissolto in quell' abbraccio.
Se si è sempre odiata perché cocciuta, egoista e superficiale, tanto da arrivare a dire che sono parti di lei che eliminerebbe a costo della sua vita, può però anche amarsi al punto da provare a cercare oltre, e vedersi davvero per la figlia amorevole che è, e per l' amica attenta e sensibile che sta imparando ad essere.

    Non ci vuole però solo coraggio a cercare se stessi, ma ancor di più a migliorarsi, e Nanako lo sa e non si tira indietro, promettendo silenziosamente all' amica che le starà accanto: non importa quanto ci vorrà, lei ci sarà, forse con un consiglio o con la semplice presenza. Il rapporto di amicizia delle due ragazze si accresce ancora di più, ed è davvero bella la visita di Nanako a Mariko dopo che la ragazza è stata sospesa: tutta la scuola sta emettendo sentenze, e Nanako, invece di essere anch' essa giudice, porta a Mariko la sua torta preferita e passa con lei un pomeriggio tranquillo... La scuola ha visto succedere qualcosa, ma la verità è in quella stanza davanti a una fetta di dolce, e cosciente di questo Mariko accetta la notizia della sua espulsione dalla Sorority: non le serve più quel mondo, sta vivendo un' esperienza più profonda ed importante.
    Riesce persino a fare un salto nel passato, fino a dove è cominciato tutto, e vi trova qualcuno: Aya, da rivale trasformata in nemica per un motivo che va oltre la competizione... la solitudine amplifica spesso parti di noi che vorremmo soffocare, e Aya e Mariko sono l' una lo specchio dell' altra. E, si sa, perchè uno specchio non rifletta un' immagine l' unico modo è frantumarlo in una moltitudine di schegge...
Ecco perchè Aya è stata ferita: non solo perché Mariko si è sentita insultata; in lei ci sono cocciutagine, egoismo, superficialità, e tanta solitudine. Tutte cose che vorrebbe potessero essere eliminate, anche a costo della vita, ma a questo punto ne è ancora convinta? Oppure migliorando se stessa finiranno col perdersi senza far più del male?
Dal giorno dell' incidente Mariko ha cominciato a cambiare e, quasi un filo sottilissimo le leghi, sta succedendo anche ad Aya che, però, si trova sola davanti alla nuova persona che sta affiorando in lei.
Eccola allora appartarsi in camera sua e guardarsi allo specchio e chiedersi quando sul suo viso sia apparsa quell' espressione cattiva (ep.30). Cercare la verità però è un fardello troppo grande, e così preferisce fuggire verso la morte fra le onde del mare. E se è Nanako, aiutata da Tomoko, a salvarla fisicamente, è quella che fino ad allora è stata la sua nemica a darle la spinta di ricominciare: "Questa volta sei tu che sei inciampata, ma io ti aspetterò, qualunque cosa accada" le urla Mariko dalla scogliera. E questa volta al traguardo arriveranno insieme.

    Ancora una volta un' attesa: Kaoru sta aspettando Rei, Nanako sa che dovrà aspettare a lungo Mariko, ed ora  Mariko, che sta provando la bella sensazione che dà un' amica vera accanto, è sufficientemente forte da fare una promessa così profonda ad Aya.

    Ma in fondo l' amicizia altro non è che una lettera che aspettiamo venga recapitata al cuore della persona che abbiamo accanto, dove c' è scritto semplicemente: "Sono qui". E a volte ci vuole tempo perchè raggiunga il destinatario, quello che conta è  che ognuna di quelle lettere ci aiuti a crescere, come cresce Nanako ogni volta che indirizza una busta al suo: "Caro fratello...".

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La forza della fiducia
(Tomoko)

"Vai al party, non devi perdere l' occasione di dimostrare a tutti quello che vali e quanto si sono sbagliate sul tuo conto!"

Tomoko, episodio 3 (Nanako squalificata?)

 

    Per quanto nel manga non abbia il men che minimo spessore e nel cartone possa apparire come un personaggio di secondo piano, Tomoko è invece un personaggio importante nella prossemica di "Caro Fratello...": è la sua presenza a rendere il personaggio di Nanako davvero completo.
    La loro amicizia nata sui banchi di scuola è il punto di giunzione fra Nanako, ragazzina che entra al Seiran, e la persona adulta che il susseguirsi delle vicende la faranno diventare. La nuova scuola, le "persone meravigliose" che Nanako incontrerà, la obbligheranno a crescere, a guardarsi dentro, a mettersi in discussione in modo profondo, e sarà proprio la presenza di Tomoko che le permetterà di riuscirci senza arrivare mai a rinnegare se stessa.
    Dopo la sua ammissione alla Sorority, Nanako diventa oggetto dello scherno delle altre studentesse, al punto che "qualcuno" affigge sulla bacheca della scuola una lettera aperta dove viene reso pubblico il suo passato. Sconvolta da questa "pubblica accusa" Nanako fugge e durante la fuga ha un' unico pensiero: "Tomoko".
Le due ragazze si appartano in piscina: "Sai....ho deciso che non andrò al party di domani...." - "Non vorrai arrenderti? Capisco! Hai perso completamente le voglia di lottare...". Qual è la verità? Quella nella bacheca o ciò che le urla Tomoko? Lei sa quanto Nanako ami l' uomo che fino a quel momento le ha fatto da padre e quanto ne vada orgogliosa, ma se si lascerà piegare, allora quanto crede in quel sentimento?
"Vai al party, non devi perdere l' occasione di dimostrare a tutti quello che vali e quanto si sono sbagliate sul tuo conto!!", è l'incitamento di Tomoko.

    Non importa cosa accadrà, comunque c' è qualcuno che crede in Nanako così com' è, con le sue paure, le sue debolezze, e sa trovare fra esse ciò che c' è di bello di lei e lo tiene stretto, stretto quasi volesse salvaguardarlo dall' ipocrisia del Seiran.
    Ed è proprio questo sentimento di fiducia incondizionata che Mariko con la sua possessività non riesce a sciogliere e neppure, come può invece apparire, ad intaccare; per quanto Tomoko si senta delusa e ferita dal comportamento di Nanako non smette mai davvero di credere in lei: "Sei cambiata, perché?" le chiede Nanako lungo le scale del Seiran, "Neanche tu sei quella che eri, Nanako". Per Nanako questo è davvero un duro rimprovero, ma Tomoko crede davvero in ciò che dice, o vorrebbe "almeno riuscirci"? Vorrebbe punire Nanako ma le è impossibile tenerla davvero lontano da sé, e così la vediamo rispondere indignata: "Io la conosco bene" alle ragazze che le presentano sul banco la petizione per l' estromissione di Nanako dalla Sorority, fino a trasformare questo pensiero in un' azione; e così eccola frapporsi fra Nanako e Aya, che sta restituendo le lamette che la ragazza aveva buttato nell' inceneritore: "Cosa avete fatto alla mia povera amica?". (ep.7) Nessuno in quel momento avrebbe potuto avvicinarsi a Nanako: quando un' amicizia è vera evitarsi, non parlarsi, sarebbe pura incoscienza...

    Ed è quasi alla ricerca della conferma di essere ancora "davvero" al proprio posto, l' una nella vita dell' altra, che le due ragazze si ritrovano allo spiazzo con le altalene, in quel piccolo parco dove giocavano da bambine, e accanto a quella stessa altalena rinnovano silenziosamente la loro promessa di amicizia: "Se vuoi chiamarmi fallo pure...mi farà piacere....Anzi ti chiamerò io come ho sempre fatto", dice Tomoko.
    Non è semplicemente il riferimento a un' abitudine, ma qualcosa di più; chiamarsi la sera o stare la domenica in cucina a preparare dolci sono istanti che appartengono solo a Tomoko, che la fanno sentire unica nella vita di Nanako. Non importa quante persone Nanako avrà intorno, per quanto la sensibilità di Saint-Just, la fragilità di Mariko, la tenacia di Kaoru le riempiano il cuore, non mancherà mai spazio per Tomoko; se un' amicizia è vera basta anche solo un 5%, nel cuore c' è spazio per tutti, e anche quando non sembra possibile ecco che si trova sempre un nuovo spazio dove far dimorare le persone che ci interessano davvero.

    Ed è questo che Mariko non può comprendere, non è ancora in grado di "sentire" la differenza fra essere semplicemente "ospite" della vita di qualcuno ed esserne parte integrante: "Come hai fatto, come sei riuscita a tornare di nuovo sua amica?", chiede a Tomoko dopo il suo riavvicinamento a Nanako.
Non esiste un "modo", l' unica regola è sempre la stessa, e ancora una volta Tomoko la conferma:"Lei è rimasta la stessa...io la conosco meglio di te" risponde a Mariko.
E' vero... è impossibile riuscire a conoscere davvero profondamente qualcuno, ma ciò che conta è provarci, e la testardaggine è una caratteristica che contraddistingue un buon amico.

    Ed è con la stessa testardaggine di Tomoko che Nanako resterà accanto a Mariko; forse il cervello di Nanako ha scordato quel pomeriggio dopo il party di ammissione alla Sorority passato al parco (ep. 3), ma non il suo cuore, e come Tomoko seppe starle accanto, rassicurarla senza in fondo parlare di nulla. Nanako farà altrettanto con Mariko davanti a quel pezzo di torta, dopo che è stata decisa l'estromissione dell'amica dalla Sorority a seguito dell'incidente con Aya (ep.29).

    Di fronte all' abnegazione totale che c' è fra Rei e Kaoru il rapporto fra Nanako e Tomoko può apparire superficiale, quasi infantile, ma è davvero così?
    Dopo aver passato la notte a vegliare Rei ed aver ascoltato sul ponte Kaoru promettere a Rei di esserle amica, Nanako prova a confrontarsi con ciò che ha visto quella notte: "Caro fratello, il legame che unisce il Principe Kaoru a Saint-Just può essere considerato solo amicizia? Se questo è vero allora quello che lega me a Tomoko è un sentimento molto diverso. Probabilmente saremo due egoiste ma devo ammettere che per ciascuna di noi la vera amicizia non consiste nel far aspettare l' altra finché questa si accorga di te"...

    Non ero così convinta dell' affermazione di Nanako, e così ho messo a confronto alcuni momenti del cartone: in piscina Tomoko convince Nanako ad andare al party, e perché ci tiene tanto? Se Nanako continuasse a chinare la testa cosa sarebbe di lei? E' ora di ribellarsi se vuole che smettano quelle voci. Anche Kaoru ha fatto altrettanto con Rei: quando Rei esce dalla Sorority House ferita ad una mano e nel cuore e Kaoru, invece di "commiserarla", le urla piena di rabbia "Quanto dovrai soffrire ancora prima di ribellarti?" .
Si tratta di due contesti diversi, ma il significato è lo stesso: non permettere a quell' amica che si ha di fronte di mollare. E quando Rei resta sotto l' olmo e si ammala è Kaoru che affronta Fukiko, che si mette in mezzo, come Tomoko si mette in mezzo fra Nanako e Aya; il Principe Kaoru non è irruenta come Tomoko, ma da come lei si pone a scudo nessuno in quegli istanti avrebbe potuto avvicinarsi a Nanako o a Rei...

    Per quanto ci si trovi alle prese con due gradi di maturità ben diversi, non è poi così vero quel che pensa Nanako: esistono tanti modi di ascoltare, comprendere, aspettare qualcuno, e non sono l' uno meno importante dell' altro, cambiano i tempi e gli spazi ma non i modi.

    "Probabilmente saremo due egoiste ma devo ammettere che per ciascuna di noi la vera amicizia non consiste nel far aspettare l' altra finché questa si accorga di te": Nanako pensa a questo tornando a casa senza rendersi conto che quel pensiero è stato negato molto tempo prima: se fosse vero il contrario perché Tomoko non era riuscita ad odiarla, perché le sue orecchie avevano ascoltato Mariko, ma non ci era riuscita il suo cuore?
Per quanto quelle voci le avessero fatto sentire Nanako tanto distante, il suo cuore le aveva detto di non dover smettere di aspettarla, perché prima o poi sarebbe tornata da lei... come Kaoru vedrà tornare da lei Rei la mattina prima di perderla per sempre per colpa di quel dannato incidente, anche se come unico ricordo di quel giorno avrà una telefonata e nulla più.

    Rei e Kaoru, Nanako e Tomoko: due strade diverse che portano ad un unico obiettivo: l' amicizia, quella vera, e che sono destinate a incrociarsi in Nanako: Tomoko è la prima ad insegnare a Nanako il significato della parola amicizia, e quando ci succede qualcosa di importante riconoscerlo ancora una volta non è difficile. Ciò che le ha dato c'è anche in Rei, in Kaoru, in quelle "persone meravigliose" che le offrirà il Seiran, ma dovrà crescere per comprenderne appieno i nuovi significati, e se a volte sarà difficile riuscirci e le sembrerà di perdersi le basterà guardarsi alle spalle: Tomoko non si è mai mossa da lì.

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Le dubbiose certezze di Nanako
(Nanako)

"Avevo bisogno di parlare con qualcuna che fosse sincera, che fosse cristallina, calda, fragile ma anche molto forte... e tanto dolce! Volevo aprire il mio cuore a una ragazza come te!"

Rei, episodio 33 (Volare)

 

    E' ormai tarda sera quando Saint-Just telefona a Nanako per chiederle di incontrarsi... Nanako arriva all' appuntamento senza fiato, timorosa di trovare Rei in chissà quale stato... ed invece la trova ad aspettarla, seduta sull' altalena.
"Sai, improvvisamente ho sentito voglia di vederti".
Nanako, come lo spettatore, resta stupita delle parole di Rei. Per la prima volta Rei ha sentito il bisogno di avere accanto qualcuno, eppure non cerca Kaoru ma Nanako, e poi per ringraziarla di cosa? Cos' ha fatto di così importante proprio lei, quella ragazzina così timida ed insicura?
    E' proprio di questo che Rei le è grata: la sua dolcezza, la sua spontaneità, la sua limpidezza d' animo... per quante cose le siano successe e le stiano succedendo attorno, queste sue doti non sono state divorate dall' insaziabile ipocrisia del Seiran... Nanako è comunque riuscita a restare se stessa, e ciò che ha dato di sé, anche se puo' apparire poco, l' ha offerto col cuore.
    In quel mondo soffocato dall' apparenza, Nanako è l' unica bolla d' aria, e di quell' aria Rei sta scoprendo di avere davvero bisogno.
A Rei è bastata la leggera brezza estiva portata da questa sua nuova piccola amica per sentirsi "...Cosi' bene...talmente in pace con se stessa".

    Eppure Nanako, invece di essere semplicemente felice per quelle parole, ne resta perplessa... ma Rei non è "strana", è finalmente "viva": ha fatto della fragilità di Nanako la sua forza, della sua dolcezza il proprio coraggio, dei suoi dubbi le proprie certezze.
    Con le sue parole, Rei mette in discussione l' immagine che Nanako ha dato di sé  allo spettatore, che non la vede mai come la vera protagonista dell' anime, se non fosse per le lettere che invia al suo "Caro fratello". Anzi, fin dalla sua entrata al Seiran, Nanako dà costantemente l' idea di essere fuori posto... è la protagonista di "Oniisama e...", eppure nulla di ciò che le accade sembra determinato da lei stessa, sembra quasi che siano le vicende stesse ad obbligarla ad agire, tanto che ad una visione poco attenta si potrebbe pensare che la storia potrebbe benissimo stare senza di lei. Ma è davvero cosi'? Nanako è davvero una "protagonista inutile?".
    Di fronte allo spessore ed al carisma degli altri personaggi di "Oniisama e..." lo spettatore si ferma ben poco a concentrare la propria attenzione su Nanako, che fin dall' inizio dell' Anime entra immediatamente in conflitto col nuovo ambiente che la circonda. Non per niente, oltre ad essere intimorita dalla nuova scuola perché non è in classe con Tomoko, Nanako resta turbata da quel nuovo mondo che le si apre davanti, dove non ci si cura di ciò che le persone sono, ma di come appaiono; non importa se "l' etichetta" che portano addosso è voluta - come nel caso di Fukiko - o appiccicata da altri - come per Kaoru - o ancora il pretesto per tenere tutto e tutti lontano da sé - come Rei - o, peggio ancora, l' unico modo per "sopravvivere" - come nel caso di Mariko -  Già dopo il primo incontro con quest' ultima, la curiosità di Nanako per la nuova scuola si trasforma in insicurezza...

    Quella scuola non sembra affatto fatta per lei, tanto che la sua ammissione alla Sorority è paradossale: tutte le studentesse farebbero carte false per entrare nella prestigiosa Sorority, ma a Nanako questo privilegio non interessa, non riesce a farsi trofeo delle invidie del resto delle studentesse, ma si sente colpevole. L' invidia di Aya non la lusinga ma la turba profondamente: "Non riesco a capire che cosa sia esattamente, ma ci dev' essere qualcosa che non va in me. Fin da bambina ho sempre voluto essere amata dagli altri, anche poco. Se avessi avuto una briciola del loro amore, per me sarebbe stato sufficiente. In questo modo non ci sarebbero stati contrasti, e tutti saremmo stati felici. Pensavo che questo mi sarebbe bastato... anzi, per la verità, lo credo tuttora. Allora perché adesso devo essere colpita da questa violenta ondata di odio profondo e intenso... di rabbia sorda e cieca? Che cos'ho che non va? Che cosa ho fatto di male? Detesto questa situazione... non riesco più a sopportarla".

    A Nanako interessa una sola cosa: la tranquillità: "...essere amata anche se per poco"... neppure per un attimo le passa per la testa che tanto accanimento altro non è che la logica conseguenza alla sua candidatura alla Sorority, per giunta espressamente voluta da Lady Miya. In parole povere, Nanako si colpevolizza, ritenendo se stessa sbagliata, non mettendo nemmeno per un istante in discussione il sistema elitario e stritolante della scuola, che tanti contrasti e disperazioni genera in tutte le studentesse...

    Credo siano molto pochi gli spettatori, che, almeno una volta, durante la visione di "Oniisama e...",  non abbiano pensato, guardando Nanako: "Se l' energia che perde a piangersi addosso la sfruttasse per opporsi alle situazioni, non avrebbe tanti guai", ed è vero! Nanako preferisce implodere, chiudersi nella sua stanza e piangere, piuttosto che affrontare le avversità, ma non per questo non ha coraggio; anzi, è forse il personaggio più forte di tutto l' Anime, e la sua forza sta nella sua ingenua capacità di entrare nel profondo delle persone e portarne a galla la vera essenza, senza gesti eclatanti, o parole.

    Quella di Nanako si potrebbe benissimo definire "amicizia irrazionale", perché se si fermasse anche solo per un istante a riflettere sulle sue azioni ecco che finirebbe col sentirsi ancora una volta inadeguata;  così, preferisce limitarsi ad ascoltare il suo cuore, e così facendo, trova la vera Rei dietro Saint-Just, "l' angelo della morte"; scopre Takehiko, dietro l' apparente saper vivere di Kaoru; trova una Fukiko concreta e umana dietro l' onnipotenza della altera "principessa" Lady Miya; troverà l'anima di Mariko dietro la trasgressiva gattina del Seiran. E farà di loro le "sue" "persone meravigliose"; "sue" veramente, perché le "strappa" alla morsa di quel mondo apparentemente perfetto che è il Seiran.

    Rei, che prima dell' arrivo di Nanako ha sempre tenuto lontano da sé tutto e tutti, un pò per volta si accorge di non poter fare a meno di quella timida ragazzina, che seppur intimorita dal buio e dagli specchi che popolano l' esistenza di Rei, non esita a stare accanto all' amica, anche se a volte farlo vuol dire andare ben oltre le proprie forze.
    Quando Rei prende coscienza dell' indispensabilità di Nanako? E' tutto in quel: "Ma cherie la poupée"... non si tratta di un semplice far notare a Nanako la sua somiglianza con la bambola: Nanako non ne ha solo l'aspetto esterno, ma si sostituisce a lei, diventandone l' identità viva e reale.
Prima di Nanako, la bambola è l' unica difesa di Rei a quegli specchi che incessantemente riflettono le ombre scure del passato, fredde lapidi di un passato che ormai si sta facendo soffocante; una bambola: non può parlare, ascoltare, in parole povere "esserci". Tutte cose che invece Nanako è perfettamente in grado di fare.

    Eppure tutto questo non passa neppure un secondo fra i pensieri di Nanako. Come può pretendere che l'inarrivabile Saint-Just possa accorgersi di lei? E se anche accadesse, per Rei sarebbe una fortuna o una perdita di tempo? Nanako si sente troppo "piccola" per Rei per poter anche solo sperare che la popolarissima Saint-Just possa trovarla interessante.
E' a volte divertente vedere quanto Nanako tenga a che Rei trovi sempre un pasto caldo, cibo fresco nel frigo...quasi quelli fossero gli unici istanti in cui riesce davvero a sentirsi parte della vita dell' amica.
    Dovrà maturare ancora, prima di comprendere anche ciò che non può "toccare".

    Negli ultimi episodi, Rei non cambia solo il suo modo di vivere, ma anche il suo modo di essere, perché Nanako, con le sue paure, le sue incertezze, la fa dubitare del proprio mondo quel poco che basta per accorgersi che non è un mondo reale, ma solo il risultato della sua solitudine.
    Con le sue attenzioni Nanako non sazia solo il corpo di Rei, ma prima di tutto la sua anima... Ed ecco che allora il gesto finale di Fukiko di regalarle la bambola non è semplicemente lasciarle un ricordo della sorella, ma quasi la richiesta di prendersene ancora cura, anche se adesso si è trasformata in un bellissimo angelo.
Ancor più simbolico è che nel fumetto  sia Rei stessa a regalare a Nanako la bambola: un passato ormai senza vita (la bambola, oggetto inanimato), si fonde con un presente vivo e reale (Nanako): due mondi fino ad allora distinti si sovrappongono, ed ogni cosa ritrova finalmente il suo spessore reale....

    Per gran parte della vicenda, Nanako ha troppa paura della vita per poter giudicare il comportamento di Rei, e così si limita semplicemente a "sperare" che prima o poi la tormentata Saint Just possa trovare la tranquillità.
    Ed è questa sua "martellante" fiducia che ispira a Rei il bisogno di raccontare finalmente ciò che ha nel cuore: a qualcuna che sia sinceramente desiderosa di ascoltarla, cristallina al punto di riflettere  la sua vera anima... fragile, o, sarebbe meglio dire, insicura abbastanza da non giudicare, e al contempo tanto forte da farla sentire al sicuro dal passato, ricolma di quella calda dolcezza che ristora il cuore.
Nanako per lei è tutto questo; è l' unica che Rei vuole condurre, là su quella spiaggia dove ha visto la madre morire, e con lei accanto riprendersi quella parte di sé che ha continuato a rimanere là a fissare il mare, anche dopo che la madre è sparita fra le onde....

    E come è successo a Rei, anche Kaoru alla fine non saprà rimanere indifferente alle "dubbiose certezze" di Nanako, e, come l'amica ormai scomparsa, proverà l' inspiegabile bisogno di raccontarsi.
Come ha già fatto con Rei, Nanako porterà Kaoru a dubitare di sé, per il tempo di un respiro, ma sufficiente per preparare il suo cuore ad accogliere le parole di Fukiko, quando quest'ultima la inviterà a vivere davvero la sua vita e il suo amore, anche in memoria di Rei, nel loro dialogo alla stazione (ep. 38).
Queste parole obbligheranno Kaoru a rimettersi in discussione: può davvero dire, pensando a Takehiko: "Ti dimenticherò perché ti amo, ti dimenticherò perché ti ho amato, e alla fine dimenticherò anche di aver dimenticato, perché ti amo fino a questo punto"? E' davvero questa la verità, o peggio ancora, la sua verità?
    Kaoru dice a Nanako di ascoltare il proprio cuore, eppure lei stessa si nega questa opportunità... Amore vuol dire godere della felicità altrui, eppure Kaoru ha negato a Takehiko la felicità, per paura.

    Solo grazie a Nanako e a Rei (e in parte a Fukiko), Kaoru capirà  - o forse ricorderà - che la felicità è tutto ciò che viviamo, con la serenità che sia la miglior cosa che può accaderci in quel momento, non importa se si tratta di cose belle o brutte...

    Nanako avrà anche mille incertezze, paure e tentennamenti, e anche se rimarrà per molti un personaggio noioso ed inconcludente, a costoro si può suggerire di riguardare "Oniisama e..", perché, se la pensano così, vuol dire che non hanno ancora colto, o hanno dimenticato, quanto sia bello il sorriso di Rei!
 

"Quando nella vita entra un' amica come Nanako, non sentiamoci limitati dalle sue paure, disorientati dai suoi dubbi, perché forse proprio dietro quelle incertezze ci sono nuovi sentieri della nostra anima che aspettano solo di essere percorsi..."

Dedicato a  Sabrina

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*Update*:

All' ombra della tranquillità
(Principe Kaoru)

"Nessuno riesce veramente a capire gli altri, povera Kaoru... Caro fratello, lei ha sempre un'espressione raggiante e sembra immune da preoccupazioni o da infelicità, però ti giuro che se covasse in cuore una solitudine o una tristezza a noi sconosciuta... io... io non riuscirei a sopportarlo."

Nanako ep.9 (Una malattia improvvisa, un cuore infranto)


"Come potresti comprendermi tu che sei invidiata da tutti per la tua energia e per la tua serenita'?"

                   Mariko ep.10 (Mariko)

  Quel pomeriggio dopo la scuola (Ep.9) Nanako non rientra subito a casa, preferisce fare una passeggiata sulla spiaggia e passo dopo passo arriva fino al faro... è stata una giornata lunga e difficile che ha lasciato nel suo cuore un profondo senso di impotenza: il Principe Kaoru si è sentita male nel cortile della scuola e Nanako non ha potuto far nulla per poter alleviare quel dolore al petto, ombra di una malattia che sembrava aver restituito a Kaoru la libertà e che invece ha lasciato in lei cicatrici profonde... Nanako sa solo che deve fare quel che Kaoru le ha chiesto: trovare Rei che sicuramente in tasca ha degli antidolorifici e farseli dare, ma Saint-Just sembra restare indifferente a quella richiesta d' aiuto e - quasi senza accorgersene - la mano di Nanako si leva sul viso di Rei spinta da un coraggio davvero inusuale per quella ragazzina così timida: "Ti ho detto che la tua amica sta soffrendo moltissimo!"... Per la prima volta nella mente di Rei, Nanako e la bambola si sovrappongono e Rei sembra svegliarsi per un istante dal torpore della solitudine ("Se ha voluto delle medicine da me deve soffrire terribilmente.....") che la convincerà ad andare in ospedale per sapere dal medico quali siano le vere condizioni del Principe Kaoru...

    Ed ora Nanako è lì accanto al faro, ormai tinto dell' arancione del tramonto, appesantita dall' impotenza e da tante domande: "Quei dolori al petto... che tipo di malattia sarà? Molto grave oppure lieve? Ma come ha detto: "Nessuno riesce veramente a capire gli altri" ... Caro fratello, lei ha sempre un'espressione raggiante e sembra immune da preoccupazioni o da infelicità, però ti giuro che se covasse in cuore una solitudine o una tristezza a noi sconosciuta... io... io non riuscirei a sopportarlo".

    Nel tempo di quel breve pensiero Nanako riesce a sfiorare ciò che differisce Kaoru da Rei e da Fukiko, dalle altre due studentesse più ammirate della scuola: per quanto anche Kaoru celi nel profondo del suo cuore un terribile dolore, dal suo viso traspare sempre tanta serenità che le fà dire nonostante tutto: "Mi accorgo di quanto sia meraviglioso essere vivi....".
    In Kaoru c' è tanta semplicità, e per quanto tutte le studentesse la guardino con rispetto e ammirazione non è mai salita neppure un momento sul piedistallo che la scuola le ha costruito, ma preferisce starsene vigile e attenta accanto a quella ragazzina che sa il Seiran non sta aspettando altro che divorare... e Nanako sta scoprendo quanto sia rassicurante quella presenza, guardare verso l' alto e trovarvi un sorriso e una parola tranquilla.

    Già! Guardare verso l' alto! Osservando attentamente la caratterizzazione dei personaggi all' interno della struttura di "Oniisama e..." ho notato un particolare che finora mi era sfuggito: mi chiedo se l' Ikeda non abbia legato un simbolismo all' altezza delle "persone meravigliose del Seiran": non credo sia un caso ma Rei, Fukiko e Kaoru sono le tre studentesse più alte della scuola , quasi che con quell'  "osservare tutto dall' alto" fosse sottolineata la loro posizione di "privilegio"...
    Eppure poco per volta Nanako scoprirà tre modi di guardare "verso l' alto": là in alto c'è l' irraggiungibile onnipotenza dl Lady Miya... là in alto c'è il volto di Rei sotto l' olmo, trasformato nella maschera vivente dell' agonia della solitudine... ma soprattutto là in alto c'è il sorriso sereno di Kaoru, il suo sguardo mite e paziente, la sua voglia di vivere, di respirare ogni attimo a pieni polmoni, e in quel respiro riuscire a sentire il battito del cuore come musica gioiosa...

    Una serenità che Mariko non sa essere stata pagata a caro prezzo, e intrappolata nella paura di aver perso l' amicizia di Nanako riesce solo a rifugiarsi fra le braccia del Principe Kaoru e fra i singhiozzi a dare finalmente voce al proprio dolore: "Come potresti comprendermi tu che sei invidiata da tutti per la tua energia e per la tua serenità?"
Kaoru sa quanto sia sottile il confine fra la vita e la morte, e proprio per questo ha scelto la vita, e per quanto nei momenti di sconforto possa pensare: "A cosa serve venire al mondo se poi dobbiamo soffrire tanto?" ha però compreso che proprio perché la vita è un gioco effimero, in quell' attimo che dischiude la nostra esistenza nessun istante va sprecato, ma speso nel tentativo di ricevere e dare amore...
    Perciò eccola in ospedale al capezzale di Mariko, e guardandola il suo pensiero non può che arrivare fino a Rei, che lo stesso giorno camminava pericolosamente sulla ringhiera sopra il campo di pallavolo: "Per quale ragione l' hai fatto? Brutta sciocchina che non sei altro.....Lo sai che la vita è il bene più prezioso....Ma che diavolo prende a tutte quante?".

    E a volte dare amore vuol dire rinunciare proprio a chi si ama: questo è il vuoto intrappolato nel cuore di Kaoru... il ricordo di quella notte piena di lucciole in cui ha rinunciato a Takeihiko, ha scelto per lui... e proprio Nanako e Rei, le due persone che Kaoru ha protetto per tutto quell' anno scolastico, allontaneranno le ombre del passato e la convinceranno di quanto sia importante rischiare, provare a credere che quel passato può avere un "dopo" vivo e reale...

    Nanako prima del suo ingresso al Seiran ha sempre vissuto al sicuro dalle difficoltà della vita, non ha mai sentito il bisogno di guardare oltre se stessa, ma l' amicizia con Mariko e soprattutto con Rei la obbligheranno a spingersi in un universo introspettivo ed emozionale sconosciuto, e soprattutto molto diverso da come appare entro le mura della scuola... Sarà Kaoru ad insegnarle a guardare ogni cosa da una posizione privilegiata, pochi centimetri sopra ai ruoli imposti dalla Sorority...

    Quante studentesse sono andate in biblioteca a cercare sui libri di storia chi fosse Saint-Just... Nanako stessa fa inizialmente lo stesso percorso, ma trova Kaoru che l' accompagna fuori e le racconta sulla panchina il primo incontro con Rei: "...Sembrava che i suoi occhi scrutassero un punto indefinito e distante. Che cosa avranno mai visto quegli occhi? Che cosa ci sarà nascosto dentro la sua anima? Io non lo so..."
In quelle poche parole c' è un invito alla ricerca che Nanako, anche se inizialmente in modo irrazionale, raccoglie e che la porterà prima a casa di Rei, poi dietro il braccialetto (là dove la cicatrice sul polso di Rei continua a pulsare ossessivamente), ed infine "dentro" la bambola dove Rei ha rinchiuso se stessa a doppia mandata, restituendole infinela libertà...

    Tutte le studentesse sono affascinate dalla bellezza androgina di Rei, dal suo atteggiamento "non umano" e superiore... la sua dipendenza dai farmaci, che in realtà nasconde la necessità di placare un logorante tormento interiore, è per tutte ormai parte della normalità di Saint-Just, "l' Angelo della morte".
    L' inquadratura stessa, durante il dialogo in giardino tra Kaoru e Nanako, sottolinea questo guardare  "sopra" le apparenze: giustamente Nanako rimane più in basso di Kaoru, anche se sono sedute, e perciò la posizione della telecamera è una diagonale dal basso verso l' alto: dal basso di Saint-Just, l' angelo della morte, fino agli occhi di Kaoru, che racconta di chi oltre ogni avversità non ha mai smesso di essere semplicemente Rei.

    Nanako, anche se inizialmente non in modo distinto, riesce a vedere la "gabbia" di agonia in cui Lady Miya ha rinchiuso Rei, ed è Kaoru a mostrargliela ed insegnarle a non aver paura di quella realtà ma ad aspettare, perché è sicura che prima o poi Rei riuscirà a fuggire da quella prigione, anche se non immagina ancora che sarà proprio Nanako a passare fra quelle soffocanti sbarre dandole la forza sufficiente per riprendersi se stessa.
    In che modo? Nanako imparerà da Kaoru a trattare Rei - che la vita ha reso "emozionalmente menomata" - come una persona "emozionalmente normale", e sono molti i particolari che richiamano a questa normalità: primo fra tutti, Kaoru non chiama mai Rei con l' appellativo di "Saint-Just"... non importa quante cose succedano al Seiran nessuna ha distratto Kaoru da quale sia la vera, seppur tormentata, identità dell' amica.
    Un altro particolare di questa normalità sono i "momenti di luce", quei pochi attimi in cui Rei pare quasi dimenticare per pochi istanti il suo malessere interiore, ed allora eccola capace di un sorriso e persino di scherzare con Kaoru... basti pensare alla scena della terrazza nell' episodio 10: "Perché invece non smetti di giocare e vieni a raggiungermi quassù...Tutto sembra più piccolo e più bello, anche le persone... persino Kaoru Orihara sembra più piccola da quassù!".
    Ma il maggior segno di quella "normalità" è la fiducia incondizionata che Kaoru ripone in Rei: è a lei che chiede aiuto quando sta male nel cortile della scuola, è il nome di Rei che grida durante la partita di basket quando si sente male, e per tutta risposta a quella fiducia Rei prende il suo posto sul campo. Una fiducia che non cessa neanche di fronte alla morte: Kaoru di fronte all' inspiegabile decesso di Rei non riesce a concepire neppure per un solo istante che si tratti di suicidio...

    Entrare all' interno di un' opera grandiosa come "Oniisama e..." non è facile... l' intensita' della vicenda in alcuni punti è tale che lo spettatore rischia di farsi travolgere dagli avvenimenti, ed è per questo che quasi senza accorgersene ognuno di noi fa dei vari personaggi le varie porte di entrata al Seiran.
    Entrare dalla porta custodita da Kaoru obbliga lo spettatore a mettersi in discussione: per quanto i toni cupi e ossessivi della vicenda e il finale tragico sembrano condurre chi guarda verso un percorso distruttivo, ci si accorge che in quest' opera viene dato ampio spazio all' aspettativa positiva.
    Basti pensare alla scena del ponte: è stata una lunga notte, eppure nella voce di Kaoru c'è tanta tranquillita'... dovrà "aspettare", ma quell' attesa non è un peso, bensì è carica di tanta energia che arriva fin fuori dal televisore e fa pensare: "Adesso ci credo anch' io che Rei puo' farcela"... O ci si ricorda di quel:" Nessuno riesce veramente a capire gli altri, ma nonostante questo si preoccupa per loro. Qualunque cosa succeda devi sempre dare ascolto al tuo cuore",  dentro la camera mortuaria, trovandosi ad essere ancora orgogliosi di Rei come quando era in vita... e dal profondo del cuore non si può che fare un unico commento: "Kaoru aveva ragione! E' stato solo un dannato incidente....".

    Ma ancor piu' semplicemente basta fermarsi sulle scale della scuola ad osservare con quanta tenerezza Kaoru guarda Mariko nascosta fra le sue braccia, quasi a volerle dire: " Io ti comprendo più di quel che credi...sfogati....andrà tutto bene!".

    E' all' ombra della serenità di Kaoru che ci si accorge che il Seiran non è fatto solo della torre dell' orologio, dei corridoi in penombra, ma anche del campo da basket dove Kaoru si allena, delle aule di economia domestica dove ruba a Nanako e a Mariko un sorriso per i suoi pasticci nel tentativo di aprire un uovo, o per la sua totale incapacità a ricamare ("Signorina.... Io non mi aspetto che lei tessa una splendida trapunta o una coperta" - "Farebbe in tempo a morire di freddo!")....

    Il Seiran a modo suo sa anche essere umano, anche se per poco... un tempo sufficiente perché Nanako, Mariko, Rei, offrano allo spettatore "il meglio di sé"... e se, riposta anche l' ultima vhs, anche noi saremo capaci di dire: " Va tutto bene", scoprendoci stranamente sereni nonostante il dolore della perdita di Rei, nonostante le candele di Natale di Mariko o le incertezze di Nanako ci abbiano riempito il cuore di un velo di tristezza, allora Kaoru si sarà fatta anche nostro "angelo custode"... allora come Nanako saremo riusciti a guardare nel profondo di quegli occhi marroni, non importa se per farlo avremo dovuto fare "lo sforzo" di alzare la testa qualche centimetro sopra di noi...

"All'ombra della tranquillità ho camminato nel buio.
All'ombra della tranquillità ho atteso con fiducia la forza di guardare in alto verso la LUCE."


Quando ho finito la visione dell' intera serie di "Oniisama e..." non mi ha interessato poter dire:"E' stato bello", posso dire di averlo apprezzato e soprattutto capito perché: anch' io ho visto quel punto indefinito e distante che fissano gli occhi di Saint-Just, dove non c' è solo silenzio, ma dove puoi essere davvero te stesso senza mai smettere di sentirti al sicuro. Ho sentito scorrermi addosso la forza di Kaoru, e respiro la sua libertà che come mare ti inonda e ti fa sentire viva. Ho ascoltato il grido soffocato di Mariko che chiede solo che qualcuno si accorga "davvero" di lei e che allontani per sempre la paura della solitudine. Ognuno di noi ha attorno le sue "persone meravigliose", non serve cercare lontano, ti camminano accanto in silenzio e, senza che tu lo chieda, ti aiutano a crescere; persone su cui puoi riversare pensieri e parole senza misurarli, sicuro che una mano affidabile li setaccerà conservando ciò che vale la pena di tenere e poi con l' alito della tranquillità soffierà via il resto.
Sono quelle persone che chiamiamo amiche, "vere" amiche. Ed io non posso che essere grata alle mie "persone meravigliose" che non si stancano mai di regalarmi ogni giorno ottimi motivi per credere nell' amicizia.

Grazie Erika e Simona, Anna, Carmen, Elisia

Susanna

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